Co-Roma – Promuovere il valore del territorio attraverso la cooperazione

Co-Roma – Promuovere il valore del territorio attraverso la cooperazione

Questo articolo riguarda la coalizione Co-Roma e le attività che sta svolgendo secondo i principi della Convenzione di Faro. La forza di Co-Roma risiede nell’essere una coalizione di entità diverse, che consente una co-governance strategica e inclusiva delle risorse urbane. Per co-governance, Co-Roma si riferisce a una forma di governance collaborativa e democratica che si basa sulla cooperazione e sulla comproprietà, che consente ai cittadini locali di partecipare attivamente all’uso collettivo e alla valorizzazione del patrimonio del quartiere.  I modelli di governance collaborativa hanno prodotto idee come l’attuale sviluppo di tour in bicicletta elettrica, comunità energetiche e mostre artistiche che sono in fase di ideazione e strutturazione da parte delle comunità locali impegnate in Co-Roma. Al fine di mettere in pratica i principi di Faro, fin dall’inizio la coalizione Co-Roma ha fatto pieno uso e sostenuto l’applicazione dei principi della Convenzione di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società. Tra questi luoghi ci sono: il Parco Archeologico di Centocelle, la Torre di San Giovanni e il Pratone di Torre Spaccata.

Il progetto Co-Roma è stato lanciato nel 2015/16 con l’obiettivo di sviluppare, progettare e testare una strategia di governance per i beni comuni urbani e il patrimonio culturale, in modo da garantire che la città di Roma, il suo territorio e l’immenso patrimonio possano essere goduti in modo proattivo da cittadini e visitatori in modo sostenibile.

La forza di Co-Roma risiede nell’essere una coalizione di entità diverse, che permette una co-governance strategica e inclusiva delle risorse urbane. Sostiene diversi progetti sperimentali e collaborativi in tutta la città di Roma, contando sulla collaborazione di numerosi partner (tra gli altri, la cooperativa di quartiere CooperACTiva, l’Associazione Comunità per il Parco Pubblico di Centocelle) per sviluppare progetti e iniziative nel quartiere Sud-Est della città, in particolare nell’area che comprende i quartieri Alessandrino, Centocelle e Torre Spaccata.

Per co-governance, Co-Roma si riferisce a una forma di governance collaborativa e democratica che si basa sulla cooperazione e sulla comproprietà e che consente ai cittadini locali di partecipare attivamente all’uso collettivo e alla valorizzazione del patrimonio del distretto. Si tratta di un modello per integrare più soggetti interessati nel processo decisionale di una risorsa che la comunità intende gestire. Nel modello di co-governance, se le autorità pubbliche svolgono un ruolo di primo piano, i cittadini, gli innovatori sociali e le istituzioni della conoscenza, per citarne alcuni, svolgono e sono invitati a svolgere un ruolo nella gestione dei processi cooperativi. Governance collettiva, economie di pooling, giustizia tecnologica, stato abilitante e sperimentalismo sono tutte parole chiave dei valori della co-governance di Co-Roma.

Di fatto, tra le azioni intraprese dai progetti di Co-Roma, c’è stato un ampio coinvolgimento di diversi attori nelle sue attività. I modelli di governance collaborativi e democratici hanno prodotto idee innovative come l’attuale sviluppo di tour in bicicletta elettrica, comunità energetiche e mostre artistiche che sono in fase di ideazione e strutturazione da parte delle comunità locali impegnate in Co-Roma. Le mostre d’arte, in particolare, sono considerate occasioni importanti per la costruzione dell’identità e l’inclusione sociale.

Al fine di mettere in pratica i principi di Faro anche prima della ratifica di tale convenzione da parte dello Stato italiano, la coalizione Co-Roma ha sfruttato e sostenuto l’applicazione dei principi della Convenzione di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società. Su tale base, ha sviluppato una serie di attività e iniziative che hanno permesso ai residenti locali e ai visitatori di partecipare e godere della vita culturale della comunità. In particolare, le attività di Co-Roma a Roma si concentrano su alcuni luoghi di valore culturale all’interno del quartiere, per preservare il patrimonio e promuovere la conoscenza e la consapevolezza tra gli abitanti dei quartieri, della città, ma anche a livello nazionale e sovranazionale.

Tra questi luoghi ci sono: il Parco Archeologico di Centocelle, la Torre di San Giovanni e il Pratone di Torre Spaccata. Il Parco Archeologico di Centocelle, ad esempio, si trova nel quartiere Sud-Est della città di Roma. Attorno ad esso si sviluppano tre diversi quartieri, quelli di Alessandrino, Centocelle e Torre Spaccata, che possono essere definiti prioritari e complessi per le difficoltà che incontrano in termini di sviluppo e crescita, sia dal punto di vista economico che occupazionale. Il patrimonio del Parco è stratificato nel tempo, dal 600 a.C. al 600 d.C. per quanto riguarda i siti archeologici, e dal 1901 al 1942 per il patrimonio moderno. Alla fine del XX secolo sono state scoperte dagli archeologi tre ville romane all’interno del Parco. Una di queste, nota come Villa ad Duas Lauros, apparteneva a una proprietà imperiale ed era conosciuta come “Centum Cellae” per le sue grandi dimensioni. Per questo motivo l’area più vicina, e in seguito l’intero quartiere, fu chiamata “Centocelle”.  Tra il 465 e il 502 a.C., la villa fu poi donata alla Chiesa romana.

Dopo un periodo di scavi archeologici promossi dal Comune di Roma e dall’Amministrazione Pubblica Nazionale dei Beni Culturali, i resti romani sono stati nuovamente interrati, per mancanza di fondi per poter realizzare la musealizzazione dell’area e l’intera zona è stata resa parco pubblico. Il Parco è stato aperto al pubblico nel 2006, chiuso per problemi di sicurezza dal 2008 al 2010, e attualmente 33 ettari su 120 sono visitabili dal pubblico. All’interno dell’area del Parco si trova anche un altro edificio di epoca romana, l’Osteria di Centocelle, risalente al 300 a.C. Potrebbe essere un mausoleo o un ninfeo.

Nel 1909 l’area che oggi è quella del Parco Pubblico di Centocelle ospitò anche le dimostrazioni di volo di Wilbur Wright e fu costruita una pista di atterraggio per il primo aeroporto d’Italia “Francesco Baracca”. L’aeroporto non è stato in funzione per molti anni e poi è stato chiuso. Rimane solo la pista all’interno del parco. Il Parco è stato oggetto di molti progetti urbanistici come: una ferrovia metropolitana – di cui esiste ancora una galleria incompiuta – iniziata in epoca fascista e interrotta all’inizio della Seconda Guerra Mondiale; la costruzione di uffici pubblici di dipartimenti ministeriali (ex Sistema Direzionale Orientale, “SDO”); infine è diventato proprietà dello Stato, gestito dal Comune di Roma. Un progetto così imponente non ha avuto i requisiti per essere realizzato anche a causa dei rigidi vincoli urbanistici richiesti dal Ministero dei Beni Culturali a tutela del sito archeologico. Dopo molti anni di difficile gestione, pur continuando a essere oggetto di occupazioni illecite, il Parco ha suscitato l’interesse dell’opinione pubblica alla luce dell’intenso lavoro svolto dalle comunità locali, basato sulla valorizzazione del suo capitale sociale. Lavorare in questo Parco significa lavorare in un’area complessa, che non solo deve essere valorizzata come bene comune urbano, ma anche come bene naturale, come importante sito archeologico e parte del patrimonio culturale nazionale.

Il patrimonio non dovrebbe riguardare solo il passato di una comunità, ma dovrebbe anche riflettere il presente e il futuro delle comunità locali e nazionali. Le iniziative sul Parco Archeologico di Centocelle e su altri luoghi del patrimonio del distretto, che hanno visto molti secoli di attività umana, sono un perfetto esempio di quanto sia importante la considerazione di passato, presente e futuro nella pianificazione di una governance sostenibile del patrimonio e della vivibilità delle città.

Inoltre, il patrimonio è strettamente legato alla sostenibilità e la stessa Convenzione di Faro considera l’importanza di promuovere il patrimonio culturale, insieme alla protezione dei paesaggi naturali e degli ecosistemi biologici, al fine di preservarli per le generazioni future. Gli aspetti democratici legati alla Convenzione rafforzano l’aspetto di responsabilità condivisa che i cittadini dovrebbero avere insieme ad altri soggetti interessati alla conservazione degli ambienti naturali in cui vivono o a cui sono vicini. Il turismo sostenibile, infatti, è un’altra azione intrapresa dalle comunità del patrimonio per sottolineare questo importante aspetto.

Per promuovere il turismo sostenibile, Co-Roma ha promosso giornate del patrimonio e tour in bicicletta. Tali iniziative hanno raccolto un grande consenso tra la comunità locale e i cittadini di Roma, favorendo l’approccio alla conservazione, alla valorizzazione e alla cura del patrimonio urbano. Le giornate del patrimonio sono state promosse nell’ambito dell’iniziativa Heri-tour. Queste passeggiate sono state molto importanti per le comunità locali, in quanto hanno permesso ai cittadini di acquisire una maggiore consapevolezza e cura del patrimonio culturale del parco, che ultimamente era stato trascurato e abbandonato a se stesso. Inoltre, la Co-Roma Faro Heritage Community di Centocelle ha l’obiettivo di espandere e trasferire le sue buone pratiche ad altre attività che Co-Roma sta portando avanti nella città di Roma.

Sullo stesso modello di Heri-tour, la coalizione Co-Roma sta portando avanti anche un’iniziativa di tour in bicicletta elettrica, trovando una soluzione proattiva ai problemi sviluppati a causa della pandemia, organizzando l’iniziativa come un tour in bicicletta fuori dagli schemi.

La Convenzione di Faro rappresenta un passo importante verso un approccio più inclusivo e innovativo nella promozione del patrimonio culturale europeo, creando una struttura per la cooperazione a livello locale. Sottolinea importanti aspetti democratici e di diritti umani, includendo nei suoi principi aspetti comunitari e sociali. Luoghi e oggetti non sono importanti solo in virtù del fatto di essere un patrimonio culturale, ma in virtù di ciò che le persone attribuiscono loro e dei valori che rappresentano per le persone. Se la bellezza è l’occhio di chi guarda, allora il patrimonio culturale dovrebbe essere anche nelle mani delle comunità locali. La partecipazione dei cittadini è diventata un obbligo etico e una necessità politica.

In conclusione, Co-Roma è una coalizione sinergica e proattiva di enti sul territorio, che attua i principi FARO promuovendo passeggiate nel patrimonio e attività di micro-rigenerazione per valorizzare la partecipazione democratica e costruire un processo comunitario che garantisca la mappatura e il coinvolgimento degli attori locali, consentendo la definizione di un processo a elica multipla. I quartieri in cui opera la coalizione Co-Roma sono particolarmente adatti a scopi di co-governance e a pratiche ed esperimenti di rigenerazione dei beni comuni. Infatti, sono molte le questioni ambientali, sociali e di integrazione legate al quartiere di Centocelle. Allo stesso tempo, però, ci sono molti attori che possono stimolare processi di collaborazione e partecipazione per la rigenerazione dello sviluppo dell’area.

L’applicazione dei principi FARO consente di ottenere conseguenze positive nella costruzione di reti. La Convenzione FARO non è più solo una convenzione internazionale in Italia. Lo Stato italiano ha ratificato la convenzione e attualmente è in attesa di un decreto-legge che ne consenta l’applicazione come legge nazionale. Ciò significa che le prospettive di prosperità per le nuove comunità del patrimonio sono estremamente positive e che in futuro ci saranno molte opportunità di diffusione dei principi FARO.

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