Agricoltura Urbana: il regolamento degli orti urbani e giardini condivisi di Roma Capitale.

Agricoltura Urbana: il regolamento degli orti urbani e giardini condivisi di Roma Capitale.

https://www.eunews.it/2018/04/06/ue-premia-roma-orti-urbani-raggi-m5s/103297 

Il mondo che ruota attorno all’agricoltura urbana e agli orti urbani è oggi uno degli esempi più innovativi e interessanti di governance dei beni comuni urbani a Roma. La costante crescita dell’interesse da parte della cittadinanza circa questo tema ha portato la giunta capitolina ad approvare nel luglio del 2015 il regolamento degli orti urbani e giardini condivisi di Roma Capitale. Oltre all’interesse proveniente dalla società civile romana vi sono stati molteplici motivi che hanno portato al raggiungimento di tale obbiettivo come la storica importanza che hanno le aree verdi nell’area metropolitana di Roma[1] e l’alto numero di orti urbani nati dalla spontanea iniziativa degli abitanti della città[2].   

http://www.zappataromana.net/mappa/ 

Il testo del regolamento si pone obbiettivi di notevole importanza e rilevanza quali: lo sviluppo della resilienza comunitaria, la promozione del presidio territoriale, la promozione di buone pratiche di recupero delle risorse e della gestione degli spazi verdi, la promozione di modalità di agricoltura compatibili con l’ambiente, la creazione di percorsi di cittadinanza attiva e favorire l’integrazione, l’inclusione sociale, la solidarietà e l’intercultura. All’ assegnazione delle aree di proprietà del demanio municipale concorrono varie associazioni o gruppi costituiti no profit (AGC) che presentano, insieme alla domanda per l’assegnazione, un progetto che deve essere volto alla riqualifica del luogo con azioni mirate alla tutela dell’ambiente e di valenza didattico sociale. Per favorire inclusione sociale e socializzazione potranno organizzare iniziative legate alla tutela dell’ambiente coinvolgendo scuole e altre realtà associative, o anche condividere le superfici dei singoli appezzamenti con le realtà territoriali. I singoli cittadini potranno poi fare richiesta per l’assegnazione di un piccolo lotto di grandezza non superiore ai 60 metri quadri alle singole AGC detentrici di un delle aree riservate ad uso di orto. 

https://roma.repubblica.it/cronaca/2013/04/18/foto/politica_ambientale_orti_urbani_per_una_citt_sostenibile-56941007/1/ 

Una dei fautori del Regolamento è la dottoressa Paola Marzi la quale, rispondendo ad alcune nostre domande ci ha spiegato come il fenomeno dell’agricoltura urbana, nato nel solco della libera iniziativa di singoli privati cittadini che occupavano abusivamente un pezzo del terreno comunale per farvi un orto privato, si è via via trasformato in un fenomeno più sociale e partecipativo con, non più dei singoli, ma delle comunità, che, interessate a un terreno, se ne appropriavano per farne un orto, questa volta condiviso e coltivato in piena collaborazione.   Ovviamente il fenomeno non poteva restare non regolamentato. Infatti già nei primi anni del 2000 il comune comincia a rendersi conto dello sviluppo del fenomeno e iniziano i primi tentativi per cercare una sua regolamentazione, ma che non portano nell’immediato i risultati sperati. Si dovrà attendere la delibera 38 del 2015 per avere una prima stesura di un regolamento per gli orti urbani di Roma realizzato sul modello del regolamento degli orti urbani di Marsiglia. L’ iniziativa nasce ambiziosa con la volontà di metterla in relazione al progetto europeo SIDIG-MED, “progetto che mira a combattere l’esclusione sociale e la povertà attraverso il dialogo interculturale tra le diverse realtà del bacino Mediterraneo, promuovendo un sistema di governance costruito con il contributo dei cittadini e basato sull’utilizzo delle buone pratiche agricole”, ma ad oggi tutto è fermo. Sono state molte le proposte delle associazioni o degli addetti ai lavori per modificare l’attuale regolamento nei suoi punti più fragili ma tutto resta ancora passivo, non si ha a disposizione uno nuovo, e quello vecchio non può dirsi operativo. Ad oggi, vista l’attuale situazione, l’auspicio della dottoressa Marzi è che il vecchio regolamento passo tornare ad essere applicato o, in alternativa, che vengano regolamentarizzate le realtà attualmente esistenti. “Gli orti urbani rappresentano una forma di speranza per le generazioni presenti e future”, e sarebbe un peccato perderli per l’assenza di un regolamento che possa sostenerli. 

https://www.gazzettaregionale.it/notizie/e-roma-la-citta-italiana-scelta-per-il-progetto-europeo-di-urban-agriculture

[1]  il 67% del territorio comunale è composto da aree verdi, sarebbe a dire 85mila ettari  

[2] ad oggi si contano più di 50 spazi tra giardini e orti nati grazie all’opera di cittadini e associazioni, ai quali si aggiungono 65 orti spontanei individuali