Collaboratorio ACT | Open Heritage

Il Collaboratorio a Roma.

Descrizione progetto

Il progetto europeo Horizon 2020 “Open Heritage” (G.A. 776766) mira a creare modelli sostenibili di gestione del patrimonio culturale. Il progetto mette al centro l’idea della governance inclusiva dei siti di interesse culturale e dello sviluppo delle comunità. Questo significa rafforzare il ruolo delle comunità nel processo di riuso adattivo. Open Heritage lavora con una definizione aperta del patrimonio, che non è limitata a una concezione classica ma che comprende anche edifici, infrastrutture e spazi che hanno un significato simbolico pratico per le comunità locali o translocali. Il presupposto è che i siti di ufficiale e potenziale interesse culturale abbandonati o sottoutilizzati rappresentino per il settore pubblico e privato non solo una sfida significativa ma anche una grande opportunità. Il modello di governance inclusiva richiede l’intervento di tutti i portatori d’interesse (quintupla elica) nel processo, l’integrazione delle risorse e lo sfruttamento dei modelli di finanziamenti innovativi. In questo modo la trasformazione dei siti d’interesse culturale abbandonati diventa un’opportunità di incremento, della coesione comunitaria e dell’integrazione sociale, nonché lo stimolo all’implementazione di attività economiche innovative e alla creazione di nuove possibilità di impiego.

ACT è un distretto culturale urbano localizzato nel sud-est di Roma, nei quartieri di Alessandrino, Centocelle e Torre Spaccata. Una serie di siti archeologici Romani, medievali e post-industriali, che sono rimasti abbandonati per anni. Come parte del progetto Open Heritage, la mission del collaboratorio ACT è riqualificare l’area rendendo la comunità consapevole del grande potenziale del loro territorio. La comunità locale di stakeholders e supportata e coordinata dagli esperti della Università LUISS ed è fortemente motivata nella valorizzazione dell’area. Le azioni mese in campo fino a questo momento hanno portato alla costituzione di una comunità di patrimonio secondo i principi della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, (Convenzione di Faro, 2005). Il collaboratorio si appoggia ai risultati di progetto Co-Roma.

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