Verso Centocelle – Praticare

Verso Centocelle – Praticare

L’applicazione delle prime fasi previste dal Protocollo CO-Città[1] (conoscere e mappare) sul territorio romano ha portato all’individuazione di diverse aree potenzialmente adatte a diventare cantieri di sperimentazione dove sviluppare nuove forme di governance dei beni comuni. Attraverso il processo di mappatura, analogica e digitale, sono emersi i limiti e le debolezze di alcuni dei cantieri precedentemente ipotizzati attraverso la fase di cheap talks, una serie di incontri informali dedicati al tema dei beni comuni che hanno coinvolto studenti universitari, studiosi, attivisti, professionisti ed esperti nei settori cardine della co-governance urbana e rappresentanti di comunità collaborative attive sul territorio romano. Obiettivo della mappatura era individuare i beni comuni presenti sul territorio e gli attori e le comunità esistenti attorno a questi beni. Al contempo, questo processo ha consentito una prima verifica volta ad accertare l’effettiva presenza delle caratteristiche idonee all’accesso alla fase di prototipazione della co-governance urbana.

Praticare

Le prime due fasi hanno consentito di identificare la zona del Municipio V come la più adatta a diventare cantiere di sperimentazione, in quanto caratterizzata da diverse problematiche di tipo ambientale, sociale e culturale ma anche popolata da attori con una forte predisposizione alla collaborazione. A questo punto è stato necessario ridurre ulteriormente il raggio di azione per concentrarsi su tre distretti di sperimentazione, più specificamente di Tor Pignattara, Tor Tre Teste e Centocelle, all’interno dei quali condurre i diversi micro-interventi di collaborazione civica che costituiscono la fase del “praticare”. In questa fase è prevista la progettazione e/o realizzazione di piccoli interventi, attività a basso costo o a costo zero che richiedano un grado di impegno non rilevante da parte degli attori coinvolti e che abbiano un forte carattere relazionale, in modo da creare un clima di fiducia tra la comunità e i ricercatori della governance dei beni comuni. Esempi di micro-interventi sono la realizzazione di un orto condiviso, la pulizia di uno spazio, azioni di micro-rigenerazione o l’organizzazione di un evento con carattere culturale.

 

Tor Pignattara

Nell’area di Tor Pignattara la Scuola Elementare Pisacane è stata individuata come luogo idoneo alla sperimentazione poiché, oltre ad essere un bene comune cognitivo di grande rilievo, è anche un istituto sito in un quartiere fortemente multietnico e caratterizzato da condizioni di scarsità di beni e di servizi. Nonostante le diverse problematiche che derivano da queste caratteristiche, all’interno dell’istituto i vari attori (genitori, insegnanti e associazioni locali) si sono dimostrati attivi e partecipativi e hanno instaurato diverse forme di cooperazione attraverso cui gestire questo bene. I micro-interventi, progettati attraverso sessioni di co-design che hanno coinvolto studenti, esperti e rappresentanti delle associazioni locali, si sono avviati con sopralluoghi e momenti di ascolto con genitori e insegnanti per individuare le migliori modalità di intervento. Affinché gli interventi riuscissero nel loro intento di creare un clima di fiducia e di stimolare la partecipazione è stato importante lavorare alla costruzione di un processo identitario che riuscisse a includere la pluralità di attori presenti nel quartiere e che portasse la comunità a riconoscere il valore del bene comune. È importante notare che la scuola, al momento dell’intervento, grazie alla vittoria di un bando Culturability aveva già attivato un processo volto a trasformare la palestra in un centro polivalente accessibile nelle ore extra-scolastiche, con l’obiettivo di creare un centro interculturale aperto a tutti. Oltre a portare avanti questo progetto si sono progettati altri micro-interventi come la rigenerazione del cortile esterno, in stato di abbandono, la riqualificazione dell’orto già presente, dove solitamente i bambini svolgono lezioni all’aperto, e la costruzione di un orto in cassoni.

Nello specifico, si sono organizzate due giornate di incontro nei giorni dell’8 e del 9 aprile, mirate a promuovere interventi di rigenerazione del cortile, mediante attività e giochi. Questo intervento non si è purtroppo sviluppato in interventi successivi, poiché il processo di collaborazione si è arrestato per volontà degli attori più attivi della scuola che, pur condividendo gli obiettivi e le strategie del percorso, hanno scelto di proseguire in autonomia senza “interferenze” dall’esterno e adottando un metodo non collaborativo, preferendo non co-gestire la progettualità.

Per quanto riguarda invece l’area del Parco Sangalli, identificato come altro possibile cantiere di sperimentazione nel quartiere, si è individuato come micro-obiettivo il miglioramento del grado di fruibilità del Parco Giordano Sangalli, sito nella periferia est di Roma, lungo parte dell’Acquedotto Alessandrino, in un’area verde recuperata ed inclusa nel 1995 dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nel comprensorio di interesse archeologico denominato “Ad duas lauros”. I sopralluoghi hanno fatto emergere come il parco, che ricade in un territorio con scarso verde pubblico pro capite, sia percepito dalla comunità come fondamentale luogo di appartenenza, di condivisione e di svago, il cui uso è però limitato dello stato di degrado in cui versa. Negli ultimi anni gli abitanti del quartiere si sono già impegnati in attività di cura, pulizia e organizzazione di eventi, ma faticano a far fronte ad alcuni impellenti bisogni di manutenzione e restauro del bene, che necessitano di risorse economiche. Nell’ambito del progetto CO-Roma una serie di incontri che hanno coinvolto il Comitato di Quartiere Torre Spaccata e in particolare Claudio Gnessi, sono serviti ad ipotizzare una serie di attività, tra cui la pulizia delle parti di Acquedotto ricadenti nel parco, il ripristino delle sedute esistenti e il coinvolgimento nella pulizia e manutenzione del parco di disoccupati residenti nell’area, per cui si è previsto un rimborso spese. L’area presenta caratteristiche idonee allo sviluppo di forme di co-goverance urbana, e la sperimentazione in quest’area è ancora in corso.

Tor Tre Teste

Attraverso incontri con gli attori nel micro-quartiere Tor Tre Teste e sopralluoghi presso l’ex fabbrica Cantarini si sono verificate due ipotesi: la prima era relativa alla possibilità di usare temporaneamente gli spazi dell’ex-fabbrica, nell’ambito del Print Tor tre Teste, mentre la seconda riguardava la possibilità di definire le funzioni dei complessi residenziali in via di costruzione o ancora da realizzare in chiave di collaborazione, immaginando la creazione di un compound collaborativo che includesse spazi comuni come Fab Lab, orti di comunità e altri progetti innovativi. Questo processo ha evidenziato alcune necessità, tra cui l’importanza di trovare una connessione tra i vari attori locali e il bisogno di lavorare sulla “temporaneità”, su quei lassi di tempo che intercorrono tra l’inizio di un progetto urbanistico e la sua attuazione. Ci si è inoltre interrogati su quale fosse la migliore modalità per coinvolgere la comunità nel processo di rigenerazione. Il processo nel cantiere Tor Tre Teste non è stato poi portato avanti per la non coincidenza dei tempi del processo di sperimentazione con i tempi della progettualità che si stava sviluppando e nell’ambito del PRINT Tor Teste.

Centocelle

Dall’analisi degli ostacoli riscontrati in due delle tre micro-sperimentazioni avviate si sono potute identificare alcune delle barriere che impediscono l’implementazione di una strategia di co-governance a livello di quartiere, ma al contempo sono emersi quei fattori che favoriscono l’attivazione un processo di collaborazione civica.

 Nel quartiere di Centocelle è stato sviluppato uno dei micro-interventi di maggior successo, che è consistito nell’organizzazione della giornata-evento ‘Insieme per il bene comune – dalla terra al cielo”, un’operazione di manutenzione civica e rammendo urbano all’interno di una giornata di festa all’insegna della collaborazione. L’evento, di cui abbiamo parlato nel dettaglio in questo post, ha avuto luogo il 7 maggio 2016 presso “l’Isola Felice”, giardino attiguo alla Chiesa di San Felice da Cantalice, e ha rappresentato la conclusione del percorso portato avanti da LabGov nell’ambito di LUISS Edu Lab 2015-2016 e al contempo l’inizio di un più ampio percorso di collaborazione che si è poi avviato con la comunità locale, e che è ancora in corso. Durante la giornata è infatti avvenuta la consegna dell’orto in cassoni, realizzato dagli studenti del Laboratorio Luiss LabGov, grazie alla donazione di cassoni da parte dell’Associazione 100 e a capo (un’associazione di genitori e nonni della scuola primaria Cecconi di Centocelle), che si è inoltre impegnata nella futura cura dell’orto. Obiettivo della giornata, oltre alla diffusione di una buona prassi di tutela dell’ambiente e di uso civico del quartiere attraverso attività ludiche e laboratoriali e passeggiate a piedi o in bicicletta, è stata appunto la creazione di un primo momento di incontro attraverso cui coinvolgere la comunità.

Il successo della sperimentazione nel quartiere di Centocelle e l’identificazione al suo interno di molte delle caratteristiche idonee allo sviluppo di un processo collaborativo hanno portato alla selezione di quest’area come cantiere centrale del processo CO-Roma. In seguito, lavorando con la comunità locale e con i cinque attori della governance urbana (pubblico, privato, cognitivo, sociale e civico) si è individuata l’area del Parco Archeologico di Centocelle (meglio descritta in questo post) come micro-cantiere in cui attivare la fase successiva prevista dal Protocollo CO-Città, dedicata alla prototipazione.

[1] Una descrizione delle prime fasi del protocollo co-cities è disponibile a questo link

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