#3 – “Il parco in quanto risorsa” come nuova value proposition

#3 – “Il parco in quanto risorsa” come nuova value proposition

Il 4 luglio la nascente comunità del Parco Archeologico di Centocelle si riunisce nella Case della Cultura presso Villa de Sanctis per partecipare al terzo workshop organizzato da LabGov.

L’incontro inizia come sempre con la presentazione dei “nuovi arrivati”: si aggiungono ai partecipanti membri di nuove associazioni attive sul territorio e singoli cittadini che hanno a cuore il futuro del Parco.

Durante i due incontri precedenti la comunità ha impostato un obiettivo comune, ha avviato un processo di conoscenza reciproca attraverso la condivisione dei valori e delle competenze ed ha individuato il cuore delle problematiche del parco, benefici, aspettative; l’ultimo passo del workshop #2  è stato individuare un’azione: la festa del decennale del parco.

 

Il concept “Come potremmo ORGANIZZARE LA FESTA DEL DECENNALE DEL PARCO attraverso AZIONI FACILI così da CREARE SOCIALIZZAZIONE, BENESSERE, RELAX, CONOSCENZA, SCAMBIO?” –  è il cuore di un primo progetto che vedrà il gruppo misurarsi nel coinvolgimento della comunità per la progettazione e realizzazione di questo evento che è stato denominato “Operazione Festa del Parco”.
Questa operazione servirà non solo a testare la squadra operativa, ma soprattutto a rendere visibile il gruppo verso l’esterno e a mobilitare la comunità nei percorsi di riqualificazione del Parco a gestione condivisa, integrando il più possibile pubblico e privato.

Step 1- Confronto sull’analisi dei bisogni della comunità

Si parte specificando che l’obiettivo strategico dell’”Operazione Festa del Parco” non è favorire una presenza massiccia durante la celebrazione, ma innescare delle prime buone prassi di attivazione di tutto il territorio (associazioni, privati e istituzioni) in questa prima azione partecipata sul Parco.

Ai partecipanti dell’incontro precedente è stato chiesto di riportare i risultati delle interviste sull’identificazione dei bisogni della comunità. Quello che emerge è che c’è una scarsa conoscenza delle attuali condizioni del Parco: molti, infatti, non accedono perché hanno memoria dei cani randagi, della mancanza di zone d’ombra, della presenza ingombrante di rottamatori e sbandati, e della totale inattraversabilità. I bisogni più richiesti dalla comunità pertanto risultano essere pulizia e sicurezza.

Tra i presenti si fa largo una voce (Patrizia) che sostiene che il Parco è molto frequentato solo in alcuni ricorrenze festive dell’anno, terminate le quali il Parco viene dimenticato. Patrizia afferma con vigore che il Parco è un luogo, non un non luogo da frequentare solo quando c’è un evento! Patrizia conclude dicendo che gli eventi sono ben accetti, ma non devono essere fini a se stessi. Questa affermazione si raccorda perfettamente con l’obiettivo strategico dell’ “Operazione Festa del Parco”: la festa, infatti, non è il fine, ma il carburatore delle azioni.

Dal primo momento di confronto emergono così due aspetti importantissimi:

  • la gente non entra nel Parco e ne ha una visione alterata che li tiene lontani. Questo è un evidente segno dell’esistenza di un grave problema di comunicazione.
  • l’obiettivo della festa non è la festa in sé, ma è comunicare il valore del Parco in quanto Parco, in quanto risorsa e luogo di attrazione della comunità e per la comunità

 

Step 2 – Sintesi sulla Value Proposition del Parco: Il Parco in quanto risorsa.

Questi due dati importanti hanno contribuito alla definizione della Value Proporsition del Parco.

Per condurre il workshop è stato utilizzato come strumento un adattamento del Business Model Canvas di Osterwalder. Tale strumento ha la funzione di aggregare in maniera strategica i contenuti che emergono dal confronto collettivo per avere una visione organica d’insieme di un contesto dinamico e imprevedibile come la comunità del PAC.

Step 3 – Visualizzazione del “Business Model” dell’ “Operazione festa del Parco”

In questo caso lo strumento è funzionale alla progettazione di un’azione specifica (la festa de Parco) che risponda ai bisogni reali, attraverso azioni facilmente eseguibili che coinvolgano il territorio (privati, associazioni, istituzioni), che mobilitino risorse presenti sul territorio e che prevedano soluzioni collaborative alla copertura dei costi.

Una volta individuato che il “valore obiettivo” (la Value Proposition) è “il Parco in quanto risorsa”, i partecipanti iniziano a proporre micro-attività di rammendo emblematiche e aggregatrici. Tali azioni devono essere intese come “soluzioni minime funzionanti” che contribuiranno ad incrementare il valore del Parco.
Step 3 – Le Attività

Le diverse attività proposte fanno emergere le tipiche problematicità legate all’organizzazione di iniziative dal basso, cioè vincoli amministrativi, permessi e normative burocratiche da rispettare. Partendo dal presupposto che le normative non sempre sono degli ostacoli all’azione, il gruppo riesce a negoziare, secondo un criterio condiviso di priorità, una lista di micro-attività facilmente eseguibili: costruire un Parco giochi con i tronchi abbandonati, piantare/adottare alberi, istituire un punto di osservazione per l’avifauna, organizzare visite alle cavità sotterranee, organizzare cartelli informativi per le piante e le specie presenti, progettare e gestire un orto sociale, organizzare un workshop fotografico, istituire un percorso storico/fotografico, ripristinare le fontanelle non funzionanti, organizzare attività ludico ricreative, organizzare la pulizia parziale del Parco, istituire la giornata del camminare, allestire un campo di cricket temporaneo, costruire arredi con i bancali.

Step 4 – Gli Utenti

Stabilite le micro-attività, si passa alla definizione degli utenti. L’evento è certamente rivolto a tutti, ma dettagliare le differenti categorie ha aiutato a definire successivamente partner e soluzioni.

Gli utenti a cui rivolgersi sono: famiglie, giovani, anziani, adolescenti, pigri, ambientalisti, persone sole, pendolari di quartiere, turisti, giornalisti, associazioni, guide turistiche, comitati, disabili, bird watchers, speleologi, archeologi, sportivi, comunità di stranieri, padroni di cani, chi non conosce il Parco, delusi dal Parco.

A tali utenti è richiesta una partecipazione attiva non solo per il giorno dell’evento, ma anche per le attività progettuali.

 

Step 5 – Canali di Comunicazione, Partner e Risorse

Per veicolare la consapevolezza dell’impatto che l’evento può avere sulla comunità, vengono scelti specifici canali di comunicazione per l’“arruolamento” dei partner territoriali da coinvolgere: istituzioni, università,  il Comando Interforze, scuole, la Protezione Civile, i Centri Anziani, le testate di quartiere, i commercianti locali, le famiglie rom, gli auto-demolitori (proposta esplicitamente provocatoria), le Parrocchie, la Moschea, il Punto Verde Infanzia.

Tali realtà saranno parte attiva nell’azione partecipata attraverso la messa a disposizione delle proprie risorse.

 

Step 6 – Costi e Soluzioni

Mobilitare questo piano d’azione prevede dei costi strutturati in tempo e denaro.

Per rispondere a questa necessità vengono definite una serie di soluzioni volte a identificare la “moneta di scambio” che la comunità può offrire: campagne di crowdfunding, attività di fundraising, ricerca di sponsor, identificazione di beni fisici e non della comunità, (tutti quei beni che gli abitanti del quartiere possono mettere in condivisone per partecipare attivamente all’organizzazione, dalle competenze tecnico/intellettuali agli oggetti fisici).

 

Il gruppo di lavoro si dà appuntamento a dopo le vacanze per riprendere il lavoro avviato.

 

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